SFRUTTA IL TUO CICLO MESTRUALE PER GUARIRE IL DOLORE DEL PASSATO.

Ciao Regina!

Oggi ti voglio parlare di come sto sfruttando il periodo delle mestruazioni per guarire il corpo di dolore, sia quello mio personale che collettivo. Ti anticipo subito che i primi risultati hanno a dir poco dell’incredibile.

Facciamo un passo indietro. Il corpo di dolore è un concetto introdotto dal filosofo e scrittore Eckhart Tolle, autore del best seller “Il potere di adesso”. Il corpo di dolore non è altro che un’identità energetica costituita da tutti i traumi del passato. Traumi emozionali che abbiamo vissuto fin dalla prima infanzia, traumi legati all’abbandono, ai rapporti conflittuali magari con partner narcisisti violenti e abusanti. In pratica, il corpo di dolore è costituito da un insieme di memorie dolorose che sono imprigionate dentro di noi e nel quale ci identifichiamo. Quando reagiamo con rabbia e tristezza alla nostra situazione sentimentale o esistenziale, lo facciamo attraverso questo corpo di dolore.

Ti do due notizie, una brutta e l’altra bella. Partiamo da quella meno simpatica.

Siamo abituati a identificarci col nostro corpo di dolore. Quando sentiamo dolore, rabbia, paura e ogni sorta di emozione sgradevole, stiamo agendo attraverso il nostro corpo di dolore; perché pensiamo di essere quel corpo di dolore. Lo so, te l’ho già detto poche righe fa, non sono rimbambita. Approfondiamo meglio il concetto.

Il corpo di dolore femminile, in special modo, è caratterizzato da tutti quegli abusi che una donna ha subito nel corso della sua vita. Prevaricazioni maschili, relazioni sentimentali disastrose, famiglia abusante ecc. Ma c’è anche un corpo di dolore femminile collettivo, che racchiude in se’ tutte le memorie dolorose generate dalle sofferenze che le nostre sorelle hanno vissuto, a causa del maschile, durante i secoli. E che tu ci creda o no, siamo tutti collegati e attingiamo a un grande bacino di conoscenza e esperienze collettive. Ergo, il tuo corpo di dolore femminile si somma a quello di tutte le altre donne vissute anche nel passato. Tanta roba, lo so!

Va bene, fin qui ti ho descritto una realtà a tinte fosche. Adesso ti snocciolo la notizia bella: in realtà siamo creature divine che stanno facendo un’esperienza terrena. E la bella notizia che ti voglio dare è che, proprio noi donne, possiamo sfruttare i nostri giorni di mestruazioni per guarire il corpo di dolore femminile, sia quello nostro personale che quello collettivo.

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Quante di noi sentono l’avvicinarsi del ciclo come un momento di tensione, di nervosismo, accompagnato da vari disturbi fisici? Quante di noi si ammazzano di antidolorifici “in quei giorni”?

Se hai risposto un sonoro “Ioooo!!”, sappi che sei in buona compagnia. Siamo in buona compagnia, perché io stessa soffro di dolori lancinanti accompagnati da nausea e capogiri, almeno fino al terzo giorno di mestruazioni. Di fatto, sono abituata a ficcarmi in bocca la mia bustina di antidolorifico al minimo accenno di dolore. O, per meglio dire, ero abituata a farlo… Fino a quando non ho deciso di sperimentare in prima persona la tecnica per guarire i traumi del passato, minuziosamente descritta in questo libro magico che ho divorato e che sto rileggendo per la terza volta. E adesso ti racconto del mio esperimento e dei risultati sorprendenti.

Era una domenica mattina di due settimane fa, quando mi sono svegliata con un dolore al basso ventre. Normale, mi son detta, sono al primo giorno di mestruazioni. Eh già, perché allora (sembra passato un secolo!) non avevo ancora capito che non erano le mestruazioni a provocare dolore, ma il semplice fatto che il corpo di dolore femminile si risveglia proprio durante quei giorni.

Confesso, mi sono alzata dal letto con la velocità di un razzo e sono corsa in cucina a ravanare nel cassetto dei medicinali in cerca del solito farmaco. Ma, una volta davanti al cassetto spalancato, mi sono ricordata del discorso sul corpo di dolore. E ho voluto dare una chance a quello che avevo letto nel libro.

Sono tornata a letto e mi sono seduta in posa meditazione. Tanto, ho pensato, se non funziona ‘sta cosa, corro subito a ficcarmi in bocca la mia solita pasticca. E invece…
… e invece sono stata lì e ho cominciato a “osservare” il dolore che si muoveva nella parte bassa della mia pancia. Il senso di pesantezza, la nausea che cominciava a far capolino. Giuro, non avevo nessuna aspettativa che quel malessere passasse. Volevo soltanto osservarlo più da vicino.

Così, mi sono data il tempo di stare col mio dolore. Di attraversarlo, sentendo come si muoveva nel mio corpo, osservando il senso di pesantezza all’addome e alle gambe. Man mano che osservavo, si faceva più evidente anche il senso di nervosismo e insofferenza che accompagna “quei giorni”. E indovina un po’?

La cosa ha sorpreso anche me: nel giro di pochi minuti, il dolore si è ritirato. La nausea, sparita. Il nervosismo? Soltanto un ricordo. Mi sono stupita io stessa della rapidità con cui il senso di profondo benessere ha rimpiazzato il malessere di prima.

Ebbene sì. Come descritto anche ne “Il potere di adesso”, il corpo di dolore non ama essere osservato. Resiste per poco tempo sotto la lente d’ingrandimento della nostra consapevolezza. Si dissolve come per magia. Ma questa non è magia, bensì è trasformazione del corpo di dolore in pura consapevolezza.

Cosa ha fatto questa pratica a livello fisico, te l’ho appena spiegato. Cosa abbia fatto, invece, a un livello più profondo, ancora non lo so. E lo vuoi sapere? Non me ne importa gran che.

Le mie memorie dolorose sono ancora dentro di me, pronte a risvegliarsi alle prossime mestruazioni? Si sono semplicemente alleggerite e ci sarà bisogno di pratica costante per guarirle del tutto? Questa guarigione parziale si traduce con rapporti futuri col maschile più soddisfacenti?

Tutto è possibile. Ma credimi, se la pratica consiste nell’osservare senza aspettative quello che succede nel mio corpo, la trovo comunque una cosa fantastica. Perché un fatto è certo: il semplice fatto di diventare Ciò che osserva mi rende una persona più consapevole e mi restituisce il mio valore di partenza. Proprio quello che avevo barattato tutte le volte che ci sono cascata e mi sono identificata col mio corpo di dolore (cioè con le mie paturnie, la frustrazione, la rabbia e compagnia cantante).

Ecco, c’è un lato negativo in questa meravigliosa avventura che ti ho raccontato: il farmacista ha perso una cliente. Cosa dici, si offenderà? 🙂

E tu, cosa ne pensi di questo concetto del corpo di dolore? Ti ci rivedi? Ti risuona dentro qualcosa? Hai voglia di provarci anche tu e di sfruttare “quei giorni” per sciogliere le memorie dolorose che ti accompagnano da una vita? Io mi auguro proprio di sì!